TRIO RIGAMONTI
MIRIAM RIGAMONTI
pianoforte
MARIELLA RIGAMONTI
violino
EMANUELE RIGAMONTI
violoncello
Il Trio Rigamonti nasce dalla volontà dei tre fratelli Miriam, Mariella ed Emanuele di dedicare la loro vita alla musica da camera, mossi dal desiderio di condividere la propria sensibilità ed una complicità che va oltre il solo ambito musicale.
Nel 2022 il trio vince il secondo premio (con primo non assegnato) al prestigioso Ysaye International Music Competition di Liège ed è uno degli ensemble vincitori del Anton Rubinstein International Chamber Music Competition di Düsseldorf. Tra le più recenti affermazioni italiane risaltano la vittoria del Concorso Internazionale di Musica da Camera Carlo Maria Giulini 2021 di Bolzano e del 14° International Chamber Music Competition Cameristi dell'Alpe Adria di Udine. Il trio è stato inoltre nominato Ensemble dell'Anno 2020-21 all'interno del circuito de Le Dimore del Quartetto, ricevendo una borsa di studio dalla Fondazione Morosini di Milano.
Dal 2013 i tre fratelli si sono esibiti in più di cento concerti per prestigiosi festival e associazioni in Italia, Spagna, Francia, Svizzera, Austria, Belgio, Olanda e Croazia. Si è inoltre esibito nel Triplo Concerto di Beethoven presso l’Auditorium Paganini di Parma sotto la direzione di Carla Delfrate.
Il Trio ha inciso i trii di Clara Wieck-Schumann e Rebecca Clarke per Brillant Classics.
Formatosi nel 2012 al Conservatorio Giuseppe Verdi di Como nella classe di Federica Valli e Paolo Beschi, nel 2019 consegue il Master di II Livello in Musica da Camera con lode presso il Conservatorio Arrigo Boito di Parma, sotto la guida del Trio di Parma e di Pierpaolo Maurizzi. Nel 2020 viene ammesso nella classe del Quartetto di Cremona allo Stauffer Center for Strings, dove ha avuto anche il privilegio di esibirsi per Alfred Brendel suonando il Trio op. 100 di Schubert. Recentemente il trio è stato accolto come ensemble effettivo all’European Chamber Music Academy (ECMA), grazie alla quale può perfezionarsi con docenti di fama internazionale, come Hatto Beyerle, Johannes Meissl e Patrick Yüdt.
Nel 2022 il trio vince il secondo premio (con primo non assegnato) al prestigioso Ysaye International Music Competition di Liège ed è uno degli ensemble vincitori del Anton Rubinstein International Chamber Music Competition di Düsseldorf. Tra le più recenti affermazioni italiane risaltano la vittoria del Concorso Internazionale di Musica da Camera Carlo Maria Giulini 2021 di Bolzano e del 14° International Chamber Music Competition Cameristi dell'Alpe Adria di Udine. Il trio è stato inoltre nominato Ensemble dell'Anno 2020-21 all'interno del circuito de Le Dimore del Quartetto, ricevendo una borsa di studio dalla Fondazione Morosini di Milano.
Dal 2013 i tre fratelli si sono esibiti in più di cento concerti per prestigiosi festival e associazioni in Italia, Spagna, Francia, Svizzera, Austria, Belgio, Olanda e Croazia. Si è inoltre esibito nel Triplo Concerto di Beethoven presso l’Auditorium Paganini di Parma sotto la direzione di Carla Delfrate.
Il Trio ha inciso i trii di Clara Wieck-Schumann e Rebecca Clarke per Brillant Classics.
Formatosi nel 2012 al Conservatorio Giuseppe Verdi di Como nella classe di Federica Valli e Paolo Beschi, nel 2019 consegue il Master di II Livello in Musica da Camera con lode presso il Conservatorio Arrigo Boito di Parma, sotto la guida del Trio di Parma e di Pierpaolo Maurizzi. Nel 2020 viene ammesso nella classe del Quartetto di Cremona allo Stauffer Center for Strings, dove ha avuto anche il privilegio di esibirsi per Alfred Brendel suonando il Trio op. 100 di Schubert. Recentemente il trio è stato accolto come ensemble effettivo all’European Chamber Music Academy (ECMA), grazie alla quale può perfezionarsi con docenti di fama internazionale, come Hatto Beyerle, Johannes Meissl e Patrick Yüdt.
NEW CD!!
Clara Wieck - Schumann e Rebecca Clarke: due donne che hanno riscosso successi in una società che non permetteva alle musiciste di affermarsi al di fuori delle pareti domestiche. Le cronache dell'epoca parlano chiaro e ci restituiscono il ritratto di due voci carismatiche della musica da camera. Clara sopravvisse a Robert per ben quarant’anni, durante i quali si dedicò, oltre che al concertismo, ad un'intensa attività didattica, formando decine di pianisti di ogni nazionalità e dando vita a una scuola interpretativa di grandissima fama. Allieve e allievi perpetuarono la sua tradizione esecutiva trasmettendola a generazioni di studenti, in Europa e in America. Rebecca Clarke, violista di eccezionali doti, cresciuta nel rigido ambiente londinese e non sostenuta economicamente dalla famiglia, fu una delle prime donne ad entrare in un'orchestra professionale. Ebbe una carriera da camerista formidabile ma non fu mai riconosciuta come compositrice: è emblematico l'episodio in cui, nel 1919, arrivò in finale ad un importante concorso di composizione insieme ad Ernst Bloch con la Sonata per viola e pianoforte (gioiello della sua produzione cameristica); la critica accusò il compositore tedesco, vincitore della competizione, di essersi presentato sia con il suo nome che con lo pseudonimo di "Rebecca Clarke" - una donna non poteva aver scritto un lavoro di simile rilievo.
I due trii hanno linguaggi ben distanti ma di pari interesse. Il Trio di Clara Wieck mette in luce le grandi capacità contrappuntistiche della compositrice, conseguenti agli studi dell’opera di Bach, ed è emblema di "un nuovo classicismo mendelssohniano" che parte però da soluzioni più complesse di quelle ricercate dal suo illustre predecessore. Il Trio di Rebecca Clarke, invece, "profuma" di ricordi inglesi, di nuove prospettive compositive americane e di chiare influenze raveliane: il materiale utilizzato è minimale e viene sviluppato in una maniera creativa strutturalmente molto libera, creando un viaggio ciclico nelle suggestive sonorità figlie della catastrofe della prima guerra mondiale, che scosse il mondo dell'arte fino ad un punto di non ritorno.
I due trii hanno linguaggi ben distanti ma di pari interesse. Il Trio di Clara Wieck mette in luce le grandi capacità contrappuntistiche della compositrice, conseguenti agli studi dell’opera di Bach, ed è emblema di "un nuovo classicismo mendelssohniano" che parte però da soluzioni più complesse di quelle ricercate dal suo illustre predecessore. Il Trio di Rebecca Clarke, invece, "profuma" di ricordi inglesi, di nuove prospettive compositive americane e di chiare influenze raveliane: il materiale utilizzato è minimale e viene sviluppato in una maniera creativa strutturalmente molto libera, creando un viaggio ciclico nelle suggestive sonorità figlie della catastrofe della prima guerra mondiale, che scosse il mondo dell'arte fino ad un punto di non ritorno.
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